QUANDO COMPRI IL PELLET OCCHIO A COSA ACQUISTI


Come per tutti gli acquisti, anche quando si tratta di pellet è necessario tenere presente che il fattore prezzo non è l'unico da tenere in considerazione. Perché?  Scegliere il prodotto meno costoso in commercio potrebbe far risparmiare sul momento ma l’uso quotidiano dimostra che un pellet scadente può essere davvero deleterio per la tua stufa a pellet, sia per la resa calorica sia per la durata stessa dei componenti.



PELLET DI SCARSA QUALITA'
Un pellet di scarsa qualità, infatti, potrebbe essere caratterizzato da:
1) cattiva combustione e intasamento del braciere con eventuali problemi di riaccensione automatica 2) basso potere calorifico che comporta una capacità inferiore di sviluppare calore da parte dell’apparecchio (stufa a pellet, termostufa, inserto, camino, termocamino ecc.). Il basso rendimento spinge ad utilizzare la stufa a potenze più alte, aumentando così il consumo di pellet e vanificando quindi il risparmio iniziale
3) maggiore presenza di umidità e resine che possono causare la formazione di creosoto, un residuo viscoso simile al catrame che si attacca alle pareti interne della stufa e della canna fumaria. Il creosoto è una sostanza difficile da rimuovere, fa diminuire la resa del prodotto, con il tempo accelera l’usura dei componenti interni, è infiammabile ed aumenta il rischio di incendi
il vetro della stufa a pellet diventa nero.


COME CAPIRE SE UN PELLET E' DI QUALITA'

Tipologie di legno
Meglio pellet di faggio o abete? Sull’etichetta deve essere indicato il tipo di legno. I più utilizzati per realizzare il pellet sono il faggio e l’abete che hanno peculiarità diverse, tuttavia, sono entrambi due ottime essenze con un potere calorifico molto simile. Una condizione però è necessaria: il pellet deve essere fatto con legno vergine che ha subìto unicamente trattamenti di tipo meccanico: non deve contenere sabbia o composti chimici come residui di vernici, colle o impregnanti che bruciando potrebbero essere realmente nocivi.

Provenienza
La sola provenienza geografica non è sinonimo di garanzia: che si tratti di pellet austriaco, pellet canadese, pellet svizzero o pellet italiano, l’importante è che la filiera sia controllata e di qualità, dalla produzione fino al consumatore.

Dimensione
Sull’etichetta viene indicato il diametro dei cilindretti di pellet, generalmente dovrebbe misurare tra i 6 e gli 8 mm.

Il potere calorifico del pellet
Un pellet con un buon potere calorifico dovrebbe avere dei valori compresi fra 4,5 e 4,8 kWh/kg (16,5– 17,2 MJ/kg). A volte, erroneamente, sono riportati valori più elevati, come 5,2 kWh/kg (19 MJ/kg) che si riferiscono al pellet senza acqua.

Residui di cenere
Il valore relativo ai residui di cenere determina il grado di sporcizia che il pellet rilascia all’interno della stufa (o del camino, termostufa, caldaia che utilizzano questo combustibile). Più la percentuale di residuo fisso è bassa, migliore sarà la combustione.

Percentuale di umidità
Un altro valore importante nella lettura dell’etichetta è la percentuale di umidità. Più umido è il pellet, minore è il suo potere calorifico (parte della combustione servirà infatti per far evaporare l’umidità) e più sporcherà l’interno della camera di combustione. Un buon pellet dovrebbe avere un tasso di umidità non superiore all’8%.

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LE CERTIFICAZIONI DEL PELLET
La prima cosa da fare è controllare che che sul sacchetto siano riportati gli estremi delle certificazioni di qualità, che si differenziano in base ai requisiti necessari per ottenerle. EN PLUS: è la certificazione più diffusa perché prende in considerazione non solo la qualità del prodotto, ma anche la tracciabilità e il ciclo di vita del pellet. La certificazione EN PLUS divide i prodotti in tre categorie:

  • A1 per il pellet più pregiato e contenuto di ceneri massimo pari allo 0,7%
  • A2 per pellet di seconda scelta (qualità media) e contenuto di ceneri fino all’1,2%
  • B per pellet di qualità inferiore con contenuto di ceneri fino 2% 

Oltre alla certificazione EN PLUS, ci sono altre sigle che garantiscono gli standard qualitativi del pellet:

  • Din Plus: istituto di certificazione tedesco
  • ÖNORM M7135: istituto di certificazione austriaco
  • Pellet Gold: attestazione di qualità sviluppato da AIEL

Se a livello nazionale non vige l’obbligo di certificare la qualità del pellet (la certificazione del pellet infatti è volontaria), è invece vietato vendere pellet in confezioni anonime, cioè senza il nome del produttore e di qualunque informazione sulla composizione.


VERIFICHE FAI DA TE DEL PELLET
Ecco come testare la qualità del prodotto con qualche test casalingo.
Se all’interno della confezione si nota una gran quantità di legno in polvere, vuol dire che il pellet tende a sgretolarsi e che la sua qualità è bassa.
Prova dell'acqua. Se il pellet va a fondo e l’acqua non intorbidisce significa che hai acquistato un buon prodotto: è compatto, non si sbriciola e non ha residui di polvere.


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