TUTTO SULLA STUFA A PELLET


Da una ventina d'anni a questa parte la stufa a pellet è uno dei prodotti per il confort domestico più utilizzato dagli italiani.
Con circa 3,3 milioni di tonnellate utilizzate in un anno, l’Italia si conferma al primo posto in Europa per consumo di pellet nel settore residenziale, primato che il nostro Paese ha ormai da molti anni. Un consumo in crescita, tanto che questo combustibile è stato impiegato in oltre 2,5 milioni di installazioni, delle quali il 96% sono apparecchi domestici.


ENERGY LABEL
Attenzione: dal 1 gennaio 2018 tutte le stufe a pellet (e non solo) in commercio devono essere dotate dell’Energy Label (Regolamento UE 2015/1186), che deve essere ben esposta all’interno dei punti vendita.
Queste, in particolare, le informazioni che il documento deve riportare:
- nome o marchio del fornitore della stufa;
- identificativo del modello del fornitore;
- classe di efficienza energetica, dalla G alla A++;
- potenza termica diretta (cioè nominale), espressa in kW.
- solo per le termostufe, serve anche la potenza termica indiretta, cioè quella rilasciata dall’apparecchio all’acqua dell’impianto termosanitario.
La classe di efficienza energetica, dalla A++ (la più elevata) alla G (la più bassa), viene attribuita in base all’indice di efficienza energetica (EEI). Questo dipende dalle prestazioni energetiche della stufa a potenza parziale e nominale, dai consumi elettrici a potenza parziale, nominale e in fase di stand-by. Di conseguenza, maggiore è l’indice di efficienza energetica del prodotto, più alta sarà la classe energetica che gli verrà attribuita.

FUNZIONAMENTO STUFA A PELLET
Le stufe a pellet sono veri e propri generatori di calore alimentati con questo combustibile biomassa, dall’alto rendimento calorico. Offrono il grande vantaggio del funzionamento automatico: infatti, basta inserire il pellet nel serbatoio, impostare sul pannello di controllo la temperatura desiderata e il sistema si autoregola in base alla quantità di calore richiesta. Spesso, c’è anche un telecomando in dotazione.
Il serbatoio può avere una capacità molto variabile, da 15 a 50 kg, dipende dai modelli. Ovviamente, maggiore è la capacità e maggiore è l’autonomia, ma anche le dimensioni e l’ingombro della stufe a pellet.
Dal serbatoio, un dispositivo chiamato coclea preleva la quantità necessaria di pellet e la lascia cadere all’interno del focolare; qui viene immessa aria prelevata dall’esterno e mescolata al combustibile, generando calore.
Telecomando, pannello touch o tastiera (nascosti sotto il top) e dispositivi mobile: sono tanti i modi per impostare l’apparecchio. L’intero funzionamento delle stufe a pellet viene monitorato da una centralina elettronica, un dispositivo tecnologico presente in tutti questi modelli e svolge diverse importanti funzioni (frequenza di caricamento; ingresso dell’aria; parametri di combustione; pulizia del braciere).

TIPI DI STUFE
Esistono due famiglie di stufe a pellet, quelle ad aria e quelle ad acqua, che si distinguono per il mezzo che utilizzano per riscaldare l’ambiente. Il calore sviluppato dalla combustione del pellet può infatti essere diffuso nei locali tramite l’emissione di aria calda o l’impianto idrico.

Le stufe a pellet ad aria riscaldano innanzitutto per convezione (o ventilazione) naturale: il calore prodotto all’interno del focolare fuoriesce dalle bocchette presenti sul corpo dell’apparecchio, scaldando l’aria all’interno dell’ambiente. Con l’aggiunta di un ventilatore, quindi per convezione forzata, l’aria calda si diffonde a maggiore distanza, più velocemente e in modo più omogeneo. Alcuni di questi modelli sono anche canalizzabili: si possono collegare a un sistema di condutture, più potente, che porta l’aria calda in più ambienti della casa. Servono una tubatura a parete o nel controsoffitto e diffusori negli ambienti da riscaldare.

Collegate al sistema di riscaldamento, le stufe a pellet ad acqua funziono come caldaie: l’apparecchio scalda l’acqua che circola nell’impianto e che viene portata ai radiatori o ai pannelli radianti. In questo caso si parla anche di termostufe o idrostufe. Alcuni modelli possono prevedere anche la ventilazione forzata, quindi il riscaldamento è duplice: sia dell’acqua che dell’aria.

LA GESTIONE TECNOLOGICA DELLE STUFE
Alcune stufe a pellet si possono controllare anche a distanza tramite specifiche app gratuite. In questo modo è possibile monitorarne il funzionamento e programmare accessione e spegnimento con fasce orarie giornaliere o settimanali. Tutto ciò avviene direttamente dallo smartphone, che diventa così anche un telecomando. La stufa a pellet deve essere già predisposta oppure è possibile aggiungere appositi kit opzionali. Inoltre è indispensabile avere un modem (che dev’essere sempre tenuto acceso) e un collegamento a Internet in casa, a cui la stufa si connette per poter interagire con lo smartphone da remoto.

SCELTA DELLA STUFA A PELLET
Prima dell’acquisto di una stufa a pellet, è necessario far calcolare da un termotecnico quali sono le nostre effettive esigenze di calore. I fattori indispensabili da valutare sono: volumetria e disposizione della casa, esposizione solare, livello di coibentazione (presenza di isolanti nelle pareti, doppi vetri, ecc.), caratteristiche strutturali (soffitti molto alti, grandi porte finestre) e fascia climatica di appartenenza (Nord, Centro, Sud).

IL RENDIMENTO DELLA STUFA A PELLET
È un valore espresso in percentuale e indica quanto calore generato dalla combustione viene effettivamente ceduto all’ambiente. Per esempio, se una stufa a pellet ha un rendimento del 90% significa che se brucia 100 kg di pellet, sono 90 quelli che usa effettivamente per il riscaldamento.

INSTALLAZIONE 
Affinché sia consentita, devono essere soddisfatti tutti questi requisiti. Nel locale di destinazione delle stufe a pellet (a eccezione dei modelli ermetici) serve una presa d’aria esterna, da realizzare a norma e secondo le indicazioni del produttore; in genere deve essere di almeno 100 cmq, protetta da una griglia sia all’interno che all’esterno. Ogni apparecchio in cui si verifica una combustione ha infatti bisogno di ossigeno, che viene prelevato dall’atmosfera. Per questo motivo, la stufa ha bisogno di un’apposita apertura ricavata nella muratura che prelevi l’aria dall’esterno.

LA CANNA FUMARIA
Il diametro, in genere, è di 8 cm. È possibile utilizzare canne fumarie esistenti, se idonee, ma sempre rivolgendosi a tecnici fumisti esperti e abilitati, in grado di eseguire il lavoro a regola d’arte e di rilasciare, a lavori ultimati, la Dichiarazione di conformità dell’impianto di evacuazione. Le “uscite a parete” delle stufe a pellet, un tempo consentite, sono ora vietate: sono dannose per la salute e fanno decadere la garanzia sul prodotto.

TECNICI
Che si tratti di un nuovo impianto o di una sostituzione, è sempre necessario rivolgersi a tecnici qualificati che eseguano i lavori a norma di legge e che rilascino la Dichiarazione di conformità dell’impianto, ma anche il Libretto d’impianto. La stufa a pellet è infatti un vero impianto termico, come la caldaia.
Per installatore abilitato, come dice la parola, si intende un tecnico che abbia ricevuto l’apposita abilitazione (ai sensi del D.M. 37/2008) all’installazione e alla manutenzione di impianti termici e, contemporaneamente, sia qualificato per gli impianti a fonti rinnovabili.
L’associazione AIEL, per esempio, ha messo a punto un percorso formativo per progettisti, installatori e manutentori per impianti a legna e pellet, chiamato AIELplus.

LA MANUTENZIONE DELLA STUFA A PELLET
Quella ordinaria dev’essere effettuata secondo le indicazioni e con la periodicità previste dall’impresa installatrice della stufa a pellet. Se queste informazioni non sono presenti, fanno fede le istruzioni del fabbricante o della normativa di riferimento.
La frequenza della manutenzione obbligatoria, con il controllo dell’efficienza energetica e il relativo rapporto – che deve essere fornito e sottoscritto dal tecnico abilitato ai sensi del D.M. 37/08 – è stabilita dalla legge nazionale DPR 74/2013. Questa fissa in 2 anni il controllo per apparecchi con potenza superiore a 10 kW.

STUFE A PELLET E NORME ANTINQUINAMENTO 
Le Regioni del cosiddetto “bacino padano”, cioè Lombardia, Veneto, Piemonte ed Emila Romagna, hanno stilato, nel giugno 2017, un accordo con il Ministero dell’Ambiente per il miglioramento della qualità dell’aria. Tra i provvedimenti adottati in caso di sfioramento dei livelli di polveri sottili, oltre alle limitazioni del traffico e alle attività agricole, rientrano anche le restrizioni per l’accensione di stufe a pellet (e in generale le stufe a biomassa).
Per fornire un criterio pratico che consenta agli utenti di capire quali siano gli apparecchi esenti da tali divieti, è stato adottato il criterio delle Stelle, che vanno dalla 1 alla 4: maggiore è il numero di stelle, minori sono l’emissioni di polveri sottili (secondo il Decreto 7 novembre 2017 n. 186). Entro il 31 dicembre 2019 non sarà possibile installare stufe, con potenza inferiore a 35 kW, con una classe di prestazione emissiva inferiore alla classe 4 Stelle. Sarà però consentito continuare a utilizzare gli apparecchi a 3 Stelle.

CERTIFICAZIONE ARIA PULITA
Anche la certificazione ariaPulita, promossa da promossa da Aie, Enea, Legambiente, Adiconsum, Enawa e Etifor, utilizza il metodo delle Stelle, che vanno da 2 a 5: maggiore è il numero, migliori sono le prestazioni dell’apparecchio.
Per esempio, 5 stelle indicano che la stufa a pellet ha un’emissione inferiore dell’80% rispetto a quelli a 1 stella. Questi ultimi non possono ottenere la certificazione, anche se va precisato che si tratta di prodotti a norma, idonei all’immissione sul mercato. Oltre alle stelle, ogni etichetta riporta il QR code per consultare la pagina del sito www.certificazioneariapulita.it con l’elenco di tutti i prodotti certificati.
È inoltre presente il numero di certificazione (composto da: XXX-P, ovvero codice identificativo dell’azienda e il numero progressivo dell’apparecchio certificato).
AriaPulita è perciò la garanzia per i consumatori che i prodotti certificati contribuiscono a migliorare la qualità dell’aria, salute e ambiente.



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